SERVIZIO DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALE IN COMUNITA’ PER MINORI CON DISAGIO PERSONALE E/O FAMILIARE E MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
“COMUNITA’ LIA”
La Comunità Lia riproduce modelli familiari in cui il ragazzo vive la sua quotidianità in un rapporto personale con gli educatori e con i suoi pari; è il luogo in cui è possibile sperimentare un modo diverso di rapportarsi con se stessi, con gli altri e con la realtà; essa assume il carattere della temporaneità, proponendosi di raggiungere obiettivi in uno spazio di tempo determinato, per cui prepara i ragazzi ad un ritorno nell’ambiente di provenienza se possibile o verso situazioni più stabili.
Con particolare attenzione il servizio promuove e favorisce il processo d’integrazione culturale dei minori stranieri.
La comunità lavora in collaborazione con i Servizi sociali di provenienza del ragazzo e per la realizzazione del Progetto Educativo Individuale si avvale della collaborazione dello psicologo e, se necessario del neuropsichiatra infantile.
La vita di comunità è un’esperienza forte, che si realizza attraverso i gesti quotidiani, e costituisce il presupposto perché i minori possano mettere in campo, e gli adulti raccogliere, aspetti di sé che, mentre rivelano un bisogno, per certi versi permettono il procedere dell’intervento educativo.
Poter esprimere il bisogno di rassicurazione e trovarvi risposta, ad esempio, aiuta a maturare una fiducia di base che facilita successivi percorsi di apprendimento, di confronto e di autonomia.
La comunità è un ambiente fisico e relazionale, un luogo mentale ed emozionale, un laboratorio di relazioni in cui si vive come in una “famiglia”.
PRINCIPI METODOLOGICI GENERALI
· Tempi e spazi pre-organizzati.
· Presenza del progetto globale sull’intero nucleo familiare a titolarità pubblica (Servizio Sociale del Comune).
· Presenza di progetto educativo individuale a titolarità dell’ Ente che accoglie (Comunità Lia).
· Utilizzo della norma come strumento del processo di responsabilizzazione.
· Flessibilità dell’organizzazione del tempo in relazione al programma individualizzato.
· Autorevolezza dell’educatore intesa come relazione responsabile e adulta.
· Coinvolgimento affettivo e distacco emotivo nella direzione della ricerca dell’autonomia.
· Relazioni individualizzate adulti-bambini/adolescenti.
· Verifiche dinamiche del lavoro svolto.
· Aggiornamento e formazione permanente degli operatori.
· Lavoro di équipe e supervisione (a cura di supervisori esterni all’agenzia attuatrice ed a quella committente del progetto) da prevedere all’interno del monte ore lavorativo.
· Utilizzo di strumenti di progettazione e programmazione